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Armi Magazine, settembre 2008


.338 su strada






 

rassegna stampa

Armi Magazine, settembre 2008

.338 su strada

L'acquisto di una carabina da caccia in .338 Lapua Magnum è piuttosto impegnativo, non solo dal lato economico: occorre infatti dotarla di alcuni accessori, montare un'ottica e tararla, prepararne lo scatto. Offre tutto ciò Marco Rigido, che propone alla clientela una versione della Voere "L8W Luxus" in .338 L.M. già pronta per l'uso.

IL .338 Lapua Magnum nacque nel 1987 per opera dei tecnici dell'omonima Casa finlandese di car­tucce che aveva ricevuto una richiesta proveniente dagli Stati Uniti di costruire una munizione di medio calibro adatta al tiro alle lunghe distanze (1.000 metri), basata sulle dimensioni del bos­solo del .416 Rigby con il colletto oppor­tunamente ristretto. I tecnici si resero immediatamente conto che la struttura del bossolo del .416 Rigby non era in grado di reggere alle terribili pressioni che la cartuccia in fase di sviluppo era già in grado di erogare; per questo moti­vo il bossolo fu disegnato ex novo. Dalla sua introduzione è stata utilizza­ta prevalentemente per scopi militari e dalle unità SWAT di polizia; il noto tiratore inglese Malcom Cooper è stato invece il massimo promotore del .338 Lapua Magnum per l'uso venatorio. Certi cacciatori in Finlandia e Svezia considerano i calibri .30 al limite inferiore di utilizzo per la caccia all'alce e preferiscono il .338 Lapua Magnum; altri considerano questa cartuccia eccessivamente potente e quindi in gra­do di danneggiare la selvaggina.
Si tratta di una delle più nuove cartuc­ce Magnum concepite per il tiro alla lunga distanza; le sue prestazioni sono eccezionali, cos1 come le pressioni che sviluppa, e pertanto si presta ad essere impiegata solo su armi di produzione e concezione moderne. Una di queste è l'austriaca Voere modello "LBW", da noi provata della versione Luxus; per essere più precisi, abbiamo provato la "Voere M.R. Custom", ossia un allesti­mento speciale disponibile in pochi esemplari (almeno per quanto riguarda il calibro .338 Lapua Magnum) che of­fre l'armaiolo Marco Rigido (M.R New System Arms - via Mazzini, 30 ­frazione Magnonevolo - 13882 Cerrio­ne -Biella). È offerto con ottica tarata, bipiede, canna lappa­ta e scatto accuratizzato; l'arma è con­segnata nella valigetta originale Voere.

Grande meccanica!
In "cuore" del sistema è costituito da un robusto otturatore progettato in modo da sostituirne facilmente la testi­na con altre adatte per i diversi calibri; la possibilità di convertire l'arma da un calibro ad un altro non è attuabile nel nostro Paese a causa delle decisioni del ministero dell'Interno. Rimane in ogni caso un progetto molto interessante anche se chi acquista l'arma in un cer­to calibro non può poi convertirla legalmente in un altro.
L'otturatore si caratterizza per i tre tenoni di chiusura posti in testa, configurazione ormai sempre più diffusa che garantisce una buona superficie di tenuta e un ridotto angolo di apertura (60°) del manubrio dell'otturatore stesso. Anche l'espulsore segue le tendenze in auge ed è quello a pistoncino di derivazione Remington, mentre l'estrattore è del tipo a gancio; la testa dell'otturatore avvolge con un risal­to anulare il fondello della cartuccia che si trova in camera. L'armamento del percussore lanciato avviene aprendo l'otturatore; tuttavia la Casa austriaca ha previsto un interessante meccanismo di sicurezza (che permette di disannare ra­pidamente il percussore) serve, ad esempio, quando si deve portare l'anna durante un trasferimento e di riannar­lo altrettanto facilmente. Questo mecca­nismo funziona agendo sul tasto, a fonna di becco di flauto, posto nella par­te posteriore dell'otturatore; precisiamo che, dopo lo sparo di un colpo e la ripe­tizione manuale del successivo, il percussore resta annato per consentire di ribattere velocemente il colpo. La scatola di culatta è di lega d'allun1inio; nella sua parte anteriore è previsto l'allog,giamento per la culatta della canna che -grazie al progetto mo­dulare di cui si è detto- è facilmente smontabile da parte dello stesso utente. La canna è prodotta dalla tedesca Lothar Walther, azienda che non abbiso­gna certo di presentazioni, ed è lunga 650 mm.
L'alimentazione avviene mediante un caricatore amovibile che nel nostro caso, contiene due cartucce. E' tutto di metallo ed è fatto piuttosto bene; il siste­ma di ritegno a doppia leva è molto sicu­ro e non fa rimpiangere, quanto ad affidabilità, i vecchi serbatoi fìssi. Sulla canna sono montate di serie le mire metalliche (per la verità non indispensabili per un calibro da lunghe distanze): il mirino a rampa molto dritta è regolabile in altezza mediante una vite, mentre l'alzo a "V" aperta può essere spostato in senso laterale sul suo incastro a coda di rondine previo allentamento di una vite. La scatola di culatta è predisposta per il montaggio delle basi per il cannocchiale, prodotte dalla stessa Voere e fornite a richiesta.

La componentistica
L'arma della nostra prova era equipaggiata con calcio sintetico Hogue "Ovennolded", un optional montato dalla Voere che si è rivelato particolam1ente funzionale. Quanto agli altri accessori, Marco Rigido ha montato per il suo "M.R Custom" un bipiede Harris, sicuramente una fra le scelte mi­gliori oggi disponibili, e un cannocchiale Leupold VX-III a ingrandimento variabi­le 6,S-20xSO con reticolo Vam1int Hun­ter, un' ottica veramente degna di equipaggiare questo bel fucile che è sta­ta scelta dal committente dell'arma. La base Weaver, come accennato, è prodotta dalla stessa Voere, mentre gli anelli sono della Leupold.

La prova a fuoco
Il Voere "LBW Luxus" in .338 Lapua Magnum deve essere considerato un fu­cile da caccia leggero in rapporto al cali­bro, mentre in assoluto è arma che richiede una certa prestanza fisica: a secco pesa 3.600 grammi, che sal­gono a 4.750 nell'allestimento della nostra prova, cioè con cannocchiale e bipiede. La manegevolezza è dunque li­mitata dal peso, non dagli ingombri. Questo peso svolge pero una benefica a­zione nel contenimento del rinculo, a dir poco vigoroso; si consideri che l'arma non monta un freno di bocca e la botta è dunque bella secca. Ciò non ha tuttavia impedito di ottenere prestazioni di tiro molto buone, ottime se si considera che la nostra carabina austriaca è un'arma da caccia; le rosate spiegano in dettaglio i risultati ottenuti. I bossoli di risulta mo­strano una percussione perfettamente centrata e potente; non si sono visti segni di affumicatura sulle pareti mentre si nota una lieve craterizzazione degli in­neschi. Il dinamometro ha indicato un valore medio del peso sul grilletto di 805 grammi, un valore adatto ai tiri meditati cui l'arma è destinata; lo scatto, che è stato accuratizzato da Marco Rigido, è netto e privo di collasso.

Note conclusive
Una carabina da caccia in .338 Lapua Magnum è senz'altro ciò che si definisce arma di nicchia; più appropriatamente, può essere considerato un tema impegnativo per chiunque voglia produr­re un fucile di questo tipo. La Voere ha assolto brillantemente il suo compito e Marco Rigido ha fatto un buon lavoro di preparazione, mettendo "su strada" l'arma. Ci ha comunicato che ne ha disponibili alcuni esemplari, ovviamente personalizzabili con caratteristiche diverse su specifica richiesta del cliente (compatibilmente con le restrizioni poste dal Catalogo nazionale).

testo e fotografie di Massimo Castiglione

 


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