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Armi Magazine, luglio 2008


Anteprima del calibro .1000






 

rassegna stampa

Armi Magazine, luglio 2008

Anteprima del calibro .1000

Bando ai gigantismi e primati d'oltreoceano: ecco in anteprima il calibro da caccia [con relativa carabina] più grande del mondo. E' il .1000, o meglio il N°1 [pollice] per dinosauri da Jurassic Park, avessero mai a ritornare. Marco Rigido della New System Arms torna alla ribalta del "più grosso non si può". Awiate le pratiche per la catalogazione, arma e munizioni dovrebbero essere realtà nel corso del 2009

Marco Rigido e la sua New System Arms sono passati alla storia armiera contemporanea certamente e soprattutto per aver costruito il più grande revolver del mondo. I lettori ricorderanno il 5 colpi in calibro. 700 Nitro Express che con i sui circa 20 chili di peso dotato di accessori ha messo sicuramente la parola "fine" alla corsa tipicamente americana al "più grosso e più potente revolver del mondo". E' infatti indubitabile che qualcuno su questo pianeta si metta un domani in testa di battere questo italico primato. Ebbene, il nostro piemontese Doc non ha certamente dormito sonni tranquilli in questi anni, sul fronte del mastodontico: pur lavorando alacremente a realizzazioni armiere di vario genere per la sua fidata clientela di cacciatori e tiratori per lo più italiani, negli ultimi mesi si è messo in testa di doppiare il suo obiettivo del "più grande e potente del mondo" anche nel settore delle armi da caccia lunghe.

Un po' di storia
Gli inglesi, grazie alloro predominio coloniale ed espansione territoriale nella seconda metà dell'Ottocento in continenti tipici di fauna selvatica di grandi dimensioni, sono stati per circa un secolo i detentori dei primati dimensionali in termini di armi e munizioni per caccia grossa e pericolosa. La celebre serie di calibri Nitro Express, specificamente studiati per i continenti africano e indiano, hanno dettato legge per circa cento anni in quat:1to a calibro nominale: i famosi .577 e .600 NE sono stati infatti giustamente classificati quali i più grandi e potenti calibri del mondo, fino all'avvento del. 700 NE di Jim Beli della Beli Extrusion Laboratories califomiani nel 1988.
Nati originariamente per la polvere nera, questi calibri cilindrici richiedevano grandi volumi di propellente per poter sfruttare pesi di palla sufficienti ad abbattere al primo colpo i grandi elefanti africani maschi imbizzarriti. Con l'avvento della polvere infume al principio del secolo scorso, questi grandi calibri sono rimasti indietro rispetto ai nuovi arrivati (a parte il. 700) come il pugno di "mezzo pollice" che si è ben presto preso il novanta per cento del mercato della caccia grossa mondiale. Partendo dal .458 Winchester Magnum e .460 Weatherby, passando dal "pigliatutto" .470 Nitro Express, per arrivare ai due .500 NE, per finire con i potentissimi .500 Jeffery e .505 Gibbs.
Ma è proprio in Italia che per la prima volta, circa 5 anni addietro, si cimen­ta per primo Luigi Lucchini di Gardo­ne Vai Trompia con una realizzazione davvero notevole, a sbloccare dopo oltre quindici anni di immobilismo il "tetto" del. 700 Nitro Express: nasc~ il.750 Nitro Express-Am1italia con relativa carabina bolt-action cataloga­ta e perfettamente sparante, omologa­zione calibrale inclusa. Il .750 NE-Armitalia è tecnicamente un "tre quarti di pollice": osservan­do la preziosa fotografia compara­tiva a margine di questo articolo, molto difficile da mettere insieme, ben si evidenzia come già il salto fra il .700 e il .750 NE sia notevole. Ciò che invece sbalordisce è l'ul­teriore balzo fatto da Marco Rigido nel disegnare il suo .1000 NSA. Una breve nota storica: il .750 NE di Lucchini non è in realtà il pri­mo "tre quarti" realizzato, essendo omologo al .75 Jingal (19x79) ca­libro cinese per cannoncino fisso difensivo per fortezza con bossolo cilindrico "rimmed" a polvere nera e palla emisferica in piombo.

Il calibro .'1000:
Il limite massimo
Marco Rigido asserisce che la carabi­na bolt action alla quale sta lavorando per ospitare il primo calibro .1000 da caccia della storia delle armi da fuoco non avrà dimensioni fisiche superiori a quelle di un Mauser Double Square Bridge Magnum che di circa il 10-15%. Questo, tradotto in misure vere e proprie, dovrebbe realizzarsi in una carabina lunga al massimo 125-130 centimetri, larga circa 8 (manetta esclu­sa) e alta circa 14-15 (carcassa e ma­gazzino). Abbastanza accettabile quindi in termini dimensionali, adattabile al corpo umano in termini di ergonomia e maneggiabilità. Ma il peso? Qui il punto interrogativo è più grande: se da un canto un express della Heym in .700 Nitro pesa dai 12 ai 14 chili (ma ha due canne) tutto lascerebbe pensare che un canna singola ad otturatore gire­vole scorrevole come il nostro NSA N°1 dovrebbe aver peso inferiore. Marco Rigido sostiene che, con 3 colpi in cor­po (due nel magazzino e 1 in canna) il nostro N°1 dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 chili, certamente accettabili da tira­tori medi o ancora meglio robusti. L'NSA N°1 avrà certamente un freno di bocca integrale, canna fiutata e rastremata, mire meccaniche onde evitare, se possibile, l'uso di ottiche certamente inutili per il tipo di cac­cia esclusivamente all'elefante e alla traiettoria curva del calibro, efficace per tiri mirati entro i 100 metri. Balisticamente tuttavia, la palla da 2000 grani integrale del .1000 NSA a 2000 Fps dovrebbe essere effi­cace fino a 3000 metri dalla bocca da fuoco e pericolosa anche molto oltre, premesso un alzo notevole a causa della traiettoria certamente molto curva e alla bassissima ae­rodinamica del proiettile (previsto con un CB di circa 150 punti). In termini tecnici e balistici, due dati su tutti: 2000 grani a 2000 pie­di al secondo, spinti da circa 300 grani di Norma MRP-2, producono sulla carta la bellezza di 35.600 Fpe, ossia oltre 4 volte l'energia di un .460 Weatherby Magnum, 8 vol­te quella di un .375 H&H e circa 13 volte quella di un .308 Winchester. Forse da impensierire anche un blindato militare.

Sul mercato: quando e come?
Difficile dirlo. Il progetto di Rigido prevede la costruzione della canna speciale anzitutto, con tutta la relativa attrezzatura per la brocciatura della stessa, nonché l'om910gazione di tipo del calibro e la catalogazione dell'ar­ma. Un anno di lavoro potrebbe esse­re sufficiente, ma non è detto. Per la burocrazia, mi permetto di metterci la pezza preventiva: se vogliamo che questo primato resti targato Italia, seppure un pezzo da collezione e un prodotto per i libri di classificazione armiera e munizionologica, non agitiamo gli spettri dell'alto potere lesivo, del pericolo pubblico e della sicurezza dei cittadini. E' molto probabile in­fatti che se questo progetto divenis­se realtà, difficilmente lo vedremo sparare nelle gare per cacciatori o ancor più a caccia in Europa.

Testo e foto di Nicola Bandini

 


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