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Diana Armi - agosto 2004







 

rassegna stampa

Diana Armi - agosto 2004

METTI UN'AZIONE MAUSER
di Roberto Allara

Marco Rigido, in arte Eta Beta. Il motivo del soprannome è che dalla sua officina, come dal gonneIlino del personaggio di Disney emcrgono le cose più inaspettate, ogni volta diverse e tutte funzionanti. E un personaggio che trova la sua motivazio­ne nell'affrontare temi sempre nuovi. Con que­sto non voglio affermare in modo assoluto che Marco non abbia mai fatto due armi uguali. La possibilità esiste. Certo, però, che le probabilità sono scarsine. D'altra parte al giorno d'oggi sono veramente pochi gli armaioli che siano disposti a rimettersi ogni volta in discussione costruendo prototipi. E ovviamcnte più comodo riposare sui meritati allori che darsi da fare ricominciando sempre da capo e rischiando di persona. Quan­do si fanno prototipi, ogni lavoro è una sfida.

Marco ama i calibri potenti Ha esordito al­l'Exa, anni fa, con una pistola monocolpo in calibro .600 MR. Quando gli è stato chiesto perché mai avesse realizzato una cartuc­cia nuova, più potente di quelle già note nello stesso calibro, se l'è cavata dicendo che a farla in .600 NE sarebbero stati capaci tutti. Poi ha continuato su quella strada. Evidentemen­te trova più gratificante, quando ricarica, mi­ surare la polvere in grammi anziché in grani.Sono numeri più piccoli e si ricordano meglio. Quindi ha realizzato un revolver in calibro .728 MR e un express superleggero in .577 NE che ha riscosso la piena soddisfazione del cliente. Il quale, va detto, dopo averlo portato in Afri­ca e considerando che, come cacciatore professionista, gli tocca anche di usarlo, si è af­frettato a far realizzare un freno di bocca tipo Magnaport. Adesso dice che si trova molto meglio. Gli crediamo senza tentennamenti, visto che sa rebbe difficile dubitarne. Dopo l'express Marco Rigido si è ancora prodotto in un fucile sniper adatto per il 20 millimetri, per passare subito dopo al piccolo calibro. Intendendo per pic­colo calIbro, ovviamente, il .500 Jeffery. Non è finita qui, perché nel suo laboratorio si pos­sono ammirare due bascule che reggerebbero tranquillamente, come dimensioni, un calibro 4. Per chi pensasse che un calibro "bore" non può essere poi così violento, ricorderemo che il calibro 4 a canna rigata era definito come il fucile d'elezione dei cacciatori d'avorio, all'epoca in cui i grandi portatori d'avorio c'erano an­cora. D'accordo, era un calibro a polvere nera ma ne sparava 385 grani, dietro una palla da 1850 grani.
Chi vuoi provarci faccia pure, l'autore si limiterà a dichiarare di averlo fatto e di non esser­si divertito neanche un po'. Con bascule di quel genere a disposizione e Marco Rigido in vena di botti sostanziosi ci si può aspettare qualsiasi cosa. Anche se, con il gusto dell'inconsueto, un giorno o l'altro ci stu­pirà tutti facendo un Flobert, o un 17 Horna­dy.
In questo caso l'esercizio di stile è consistito nel fucile superleggero in .500 Jeffery con una capacità di cinquc colpi. Superleggero, in que­sto caso, non è un attributo immeritato.
Con un peso di tre chili e settccento grammi, siamo ai limiti inferiori della categoria, E anche ai limiti della tollerabilità, visto che chi compera quel fucile deve poi anche metterci la spalla. I calcioli in gom­ma aiutano, gli assorbitori di rinculo anche e a caccia non si sente nulla. Peccato che la cac­cia finisca la sera e i lividi sulla spalla no. Continuano tenacemente anche nei giorni succes­sivi. Tuttavia, se chi tira con quel fucile sa il fat­to suo e imbraccia l'arma con scienza e cogni­zione di causa il fucile si può ancora sparare. Il calibro non è divertente, ma in caso di pericolo è risolutivo. Se preso bene l'animale è ferma­to con sicurezza, talvolta anche in modo spet­tacolare.

Una cartuccia africana
Contro animali pericolosi si usavano, ai tem­pi d'oro della caccia africana, i calibri Nitro Ex­presso. Cartucce nate dall'esperienza sul campo e dalle relazioni dei cacciatori, provate e messe a punto nelle colonie. Era la scuola, insuperata per certi tipi di caccia, del lento e pesante. Funzionò allora e funziona ancor oggi, ma Jeffery pensò che si potcva fare qualcosa in più. La base del ragionamento fu che se il len­to e pesante funzionava, ebbene, il veloce e pesante sarebbe andato ancora meglio. Le car­tucce, ovviamente, non erano per signorine, chi ci ha provato lo sa. Va ripetuto, però, che il rinculo, se affrontato nel modo giusto, non è mai cosi punitivo come si potrebbe pensare. Vigoroso, certo, al pun­to di non tollerare errori di imbracciatura o di impostazione. Ma con un'impostazione corretta quel rinculo si può affrontare con una consapevolezza sufficente a indirizzare bene il tiro, senza irrigidirsi per timore della botta, giungendo da parte di alcuni addirittura a sbagliare il colpo. Il timore della punizione in quel caso fa aggio sull'impiego venatorio, ma non c'è nè motivo.
Certo è che dopo alcuni colpi di 500 Jeffery, un normale 30-06 ci sembra la cartuccetta di Barbie. Al massimosforzandoci la cartuccia di Big Jim.
Dopo Jeffery anche Schuler fece una cartuccia pressoche identica.Non che mancassero esempi precedenti: le differenze tra il 500/465 ed il 470 non sono certo clamorose, come quelle tra il 475 n°2 ed il 476 Westey Richards.Le differenze tra il Jeffery e lo Schuler si limitano a un angolo di spalla leggermente diverso. Sparando un 500 Schuler in un arma 500 Jeffery e viceversa, la balistica non cambia, in compenso il bossolo si forma e va benissimo per la ricarica.
Senza contare che le cartucce Schuler sono fatte meglio.Le Kynock in 500. Jeffery esaminate recentemente, non poche presentavano vistose ammaccature. Senza conseguenze sul tiro (la presione le sistema senza problemi) ma con parecchie implicazioni sul sistema nervoso dell'acquirente. Con quello che costano, trovare dei bossoli in ordine non è davvero pretendere troppo.
Unua caratteristica del calibro, pensato per azioni girevoli scorrevoli è il bossolo di tipo rebated cio è con un rim più stretto del corpo. Nel nostro caso il diametro del rim è di 14.53 millimetri, contro una base bossolo diametro 15,68 millimetri
Misure non teoriche, ma rilevate su una cartuccia Kynock, vale a dire sull'originale. Il motivo di un bossolo rebated è che cosi esso può essere sparato in un azione Mauser senza necessita di incrementareil diametro dell'otturatore, è sufficente modificare la testa.

UN'AZIONE "NORMALE"
Se la parola normale è tra virgoletteun motivo c'è.In effetti di solito per un calibro come il 500 Jeffery si usano azioni MAUSER MAGNUM, vuoi costruite ex novo dal pieno, vuoi ottenuteper allungamento di un azione militare. La ben nota robustezza del sistema consente questo ed altro. In ogni caso, se un azione chiude in testa come quella del K98, tutto quello che avviene dietro i tenoni di chiusura ha poca importanza, le due parti in cui un K98 si divide sono la chiusura e il resto dell'azione.
La funzione del resto dell'azione è quella di supportare il percussore e la sicura, quest'ultima nel senso di avere un sistema che possa impedire al percussore di avvanzare. Quindi se la seconda parte- chiamiamola cosi- di un otturatore Mauser tradizionale fosse realizata in ottone o in micarta la robustezza dell'azione non ne avrebbe alcun danno. ecco perche alcuni costruttori, anche di grande nome, hanno realizato l'azione Mauser Magnum dividendo in due parti sia la carcassa sia il cilindro dell'otturatore e saldando tra le due parti una prolunga.Ilfatto non cpostituisce reato e non indebolisce il sistema.Un sistema di quel genere, rispetto all'azione normale, è oviamente più pesante. Più ferro, più peso.
Volendo fare un fucile leggero, oviamente era meglio partire da un azione normale, come ha fatto Marco Rigido, scavandola dove poteva servire.Poiche la cartuccia 8x57 è lungha 86.64 millimetri, la cosa era fattibile. Con qualche intervento sulla parte posteriore, dell'azione si poteva fare entrare nel caricatore la cartuccia maggiore.

UN SERBATOIO SPECIALE
Il problema stava nel serbatoio, per avere 5 colpi, come era stato chiesto del cliente, la scatola serbatoio Mauser non era sufficente. Occorreva un caricatore prolungato, di capacità adeguato e di dimensioni corrispondenti. Non era un problema in sè, ma in africa il caricatore amovibile non è gradito. Trpoo alto il rischio di perderlo, magari sotto l'azione del vigoroso rinculo. Un rischio del tutto inaccettabile. Come fare?
La soluzione è stata quella di ricorrere a un serbatoio fisso di tipo tradizionale, da caricarsi dall'alto con cartucce sciolte.
Allo scopo, è stata realizata una struttura metallica, con componenti spinati e brasati, da fissarsi con due viti all'arma. Una sorta di scatola aperta su un lato solo,verso l'alto. All'interno di questa scatola e dell'apertura di caricamento dell'azione, una molla a zig zag sospinge una soletta elevatrice. Oviamente realizata su misura per la nuova cartuccia.
Pero questo, oviamente, non bastava. Sono state realizzate quindi, due labra elastiche in acciaio inoxidabile martensiico, temprabile, che consentono il riempimento dall'alto. Il gioco è fatto.
Il nuovo serbatoio contiene 5 cartucce e si carica dall'alto con munizioni sciolte come richiesto.

MIRE DIFFERENZIATE
In fucile di questo tipo è pensato per l'uso d'imbracciata e in velocità.
L'arma serve per doppiare un animale o come risorsa di secondo livello. E' un arma da cacciatore profesionista, che pero sa di potere e dovere affrontare qualunque situazione. Le mire quindi sono aperte, a fogliette multiple tarare per distanze predeterminate. Con un dettaglio importante "sono diverse fra loro". è un fatto voluto, naturalmente. Le due fogliette per le distanze brevi sono molto aperte, per consentire una collimazione veloce, mentre le altre due, per le distanze maggiori, sono fogliette da tiro studiateper una collimazione accurata.
Il mirino è del tipo tradizionale, con parte posteriore in ottone, e comprende un mirino notturno, con vistoso punto bianco, per il tiro in condizioni di luce scarsa. Per quanto possa sembrare strano. la collimazione con tacca aperta e mirino notturno, alle brevi distanze (fino 50 metri) e in luce crepuscolare, è sorprendenemente accurata.
Un express spagnolo in 375 flanged, provato in quelle condizioni alla distanza di 40 metri, a messo 6 colpi in meno di 8 centimetri. Potra non essere considerata una prestazione memorabile, ma se pensiamo che gli animali ai quali si tira con i calibri express - con i grandi calibri da carabina-non sono propriamente di piccola mole si tratta di un'accuratezza perfettamente adeguata allo scopo.
La costruzione delle tacche di mira differenziate rientra perfettamente nelle caratteristiche standard delle armi di Marco Rigido. Lui non costruisce fucili fini, ma fucilifunzionanti.
Questo vuol dire che certe tirature fino alla carta 400 molto consumata, su superfici tirate perfettamente in piano con la lima - non fanno sparare meglio un fucile. In compenso, quello che serve per una migliore funzionalità è studiato con attenzione, come nel caso di queste fogliette di mira. Osservare le armi di Marco Rigido nei punti di lavoro è cosa veramente piacevole. Toccano in tutti i punti in cui lo devono fare e su certe superfici interessate, il più delle volte con soluzioni studiate per il recupero degli eventuali giochi che si dovessero manifestare col tempo. Se poi qualcuno volesse un prototipo fine, cosa che sembra una contraddizione in termini costa caro, ma si ottiene. Il fucile esaminato ha il calcio a pistola con poggia guancia. La tradizione vorrebbe vorrebbe su una carabina africana un calcio di tipo diverso.
I vecchi costruttori albionici usavano un calcio all'inglese e realizavano la pistola con una prolunga del guarda mano oppurtunamente sagomata. Ci sono fucili Purdey e di Boss che restano esempio di eleganza. Tuttavia ogni tradizione ha le sue eccezioni. In fin dei conti anche grandissimi cotruttori, di quelli che hanno fatto la storia dellearmi fini, hanno adottato calci non tradizionali quando il cliente lo richiedeva. O quando il prevedibile impegno dell'arma rendeva auspicabile una soluzione più efficace di quella consueta.
Il fascino del fucile superleggero, non ha consentito l'uso del classico calciolo all'inglese in gomma rossa. Ma ha richiesto un calciolo con migliori doti di assobimento del rinculo. Per il calciolo tradizionale, bisogna rivolgersi alla versione con azione Mauser Magnum, che pesa un kilogrammo in più. Non è un problema: Marco Rigido è forse l'unico costruttore al mondo a realizzare entrambe le versioni.

 


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